Una fidanzata in affitto: recensione film

Ci sono generi cinematografici che si legano ad un’epoca e che in essa sono destinati a rimanere confinati. Possono essere imitati e riprodotti all’infinito, ma la loro impronta rimane legata a quell’epoca. Poi ci sono autori, di epoche successive, che li riprendono e li aggiornano, li re-inventano, facendone qualcosa di nuovo, al contempo vecchio e nuovo. “Una fidanzata in affitto” attinge all’immaginario della commedia americana anni ’90.

Sarà riuscito a svecchiarla e a portarla a noi come qualcosa di fresco e apprezzabile?

Spoiler: no

“No Hard Feelings”, “Una Fidanzata in Affitto” è un film di Gene Stupnitsky del 2023, con Jennifer Lawrence nei panni di Maddie, una ragazza con difficoltà economiche che legge su un giornale un annuncio in cui due genitori apprensivi cercano una bella ragazza da far andare a letto col proprio figlio.

Maddie, il personaggio di Jennifer Lawrence, è alla canna del gas, le serve un’auto per continuare il proprio lavoro di autista di Uber e salvare la casa ereditata da sua madre, così accetta.

E se i presupposti del film non vi sembrano già terribili così, la caratterizzazione dei personaggi arriva presto a dare una botta mortale alla pretesa del film di avere un qualsiasi senso.

Maddie è una millennial spregiudicata, dalla personalità aggressiva, circondata da personaggi macchietta. Persino il suo co-protagonista, Percy, interpretato da Andrew Barth Feldman, risulta la figurina 2D dello studentello nerd e introverso, la cui personalità è sepolta dall’apprensione dei genitori. Questi poi sono il peggiore stereotipo dell’inutile figurante, preso a caso e usato strumentalmente solo per rappresentare la coppia di boomer rincoglioniti da far massacrare intellettualmente una volta che il ragazzino arrivi alla propria epifania personale, diventando adulto tutto d’un botto.

Il trailer del film denunciava immediatamente una totale assenza di idee, ma la presenza di Jennifer Lawrence, ottima attrice e persona intelligente, ci faceva sospettare che potesse esserci “qualcosa” in questo film, una scintilla di qualche tipo, e questo ci ha spinto ad andare al cinema a vedere coi nostri occhi quello che si è poi rivelato essere un film anche peggiore del trailer.

La sensazione avuta, guardandolo, è quella di vedere qualcuno che cercava di imitare le più becere commedie anni ’90, senza il minimo sforzo di innovare.

Quello che ha fatto più male poi, è stato vedere la Generazione Z rappresentata come un branco di pecore narcisiste, completamente assoggettate alla cultura woke, contrapposte alla millennial Maddie, che li tratta con la stessa sufficienza e spocchia che il boomer medio ha riservato lei fino all’altro ieri.

Il millennial, da essere il “giovane rimbambito” da stigmatizzare e sfottere, in questo film si trasforma, passando da vittima a boia, nel più becero dei passaggi si consegna.

Note tecniche e conclusione

Cos’altro dire? Una regia scarsa – voto 4 – una fotografia meno che scolasticavoto 4 – e una scrittura delittuosa, priva di qualsiasi spunto brillante o divertente – voto 3 – uccidono le speranze di trovarsi di fronte ad un contenuto anche soltanto leggero e divertente. Il film a tratti tenta persino di prendersi vagamente sul serio, cercando di dare un background profondo a motivare i comportamenti dei protagonisti, ma deraglia malissimo anche in questo tentativo, rendendo la visione della pellicola, sostanzialmente, una tortura di quasi due ore.

Jennifer Lawrence rimane una grande attrice, ma il suo tentativo di incarnare un personaggio diverso dal solito, in una commedia diversa dal solito, conduce all’incidente stradale che è questo film.

Il voto alla pellicola è 3 su 10. E non ci viene da dire davvero molto altro su quello che è uno dei peggiori film cui abbiamo assistito quest’anno.

Se siete di parere diverso, se il film a voi non è dispiaciuto o se invece volete unirvi a noi nello sconforto, lasciateci un commento.

Se invece volete vedere un gran bel film, al cinema, in questo caldissimo giugno 2023, il nostro consiglio è di vedervi “Emily” che trovate recensito sempre qui sul nostro canale.

Storie di persone, di relazioni umane, per scoprire come la violenza si nasconda nella normale quotidianità di tutti noi.

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