Ghostbuster – Minaccia Glaciale: recensione film di Gil Kenan

Ghostbuster – Minaccia Glaciale è un film brutto? Mah, no, probabilmente no.

Allora è un film bello? No, proprio no.

Ghostbusters – Minaccia Glaciale… è un film?

Recensione NO SPOILER di Ghostbuster – Minaccia Glaciale

La nostra recensione sarà No-Spoiler, quindi se ancora non avete visto il film, non vi preoccupate, non saremo noi a dirvi che non succede nulla che non si veda nel final trailer.

Avevamo delle buone aspettative per questo film, se non altro perché Legacy, il film precedente, si era dimostrato un discreto lavoro, capace di mettere insieme il vecchio cast, quello dei film classici, composto da Bill Murray, Ernie Hudson e Dan Aykroyd e quello nuovo, con Paul Rudd, Carrie Coon, Mckenna Grace e Finn Wolfhard dando il giusto spazio alla nostalgia e al rinnovamento. Con la chicca, a spaccarti il cuore, di onorare Harold Ramis, l’Egon Spengler dei film originali, morto nel 2014, dando ad una sua controparte in computer-grafica un ruolo breve ma significativo. Il tutto per la regia di Gil Kenan.

Insomma, in Legacy si era riusciti a mettere insieme un buon film, carico di nostalgia, ma capace di camminare sulle proprie gambe e dare inizio ad una nuova era per la saga, che già nel 2016 si era cercato di riportare al cinema con un orrendo tentativo di reboot, poi lasciato cadere nel dimenticatoio.

Minaccia glaciale prende tutto quanto fatto in Legacy e… se lo dimentica?

O forse, ed è anche peggio, il contrario: cerca di imitarlo. Se sei un nostalgico, e in Legacy, ad un certo punto, ti era venuto da piangere vedendo tornare i protagonisti del film originale, allora perché non rifarlo?

Che importa se l’effetto, a questo punto, risulta più annacquato di una boccetta di fuffa omeopatica?

Minaccia Glaciale denuncia una straordinaria mancanza di idee dai primissimi momenti, dal primissimo inseguimento ad un fantasma, con il personaggio di Paul Rudd che si sforza di dare vita, al contempo, a scene comiche e a situazioni di genitorialità conflittuale con la vera protagonista del film, Phoebe Spengler, interpretata da Mckenna Grace.

Ma è tutto forzato. Debole. Macchiettistico.

Ci racconta, male, una storia banale, messa insieme usando la statistica, più che la creatività.

Perché se dai a ChatGPT il compito di scrivere un film sui Ghostbusters, probabilmente ti scrive Minaccia Glaciale. Mischiando gli ingredienti dei film anni ’80 con qualche richiamo al presente, donandoci un’insalata mista insipida, scondita e lasciata troppo tempo all’aria.

Trama di Ghostbuster scritta da Chatgpt

“Il film si apre con i Ghostbusters originali: Peter Venkman (Bill Murray), Ray Stantz (Dan Aykroyd) e Winston Zeddemore (Ernie Hudson), che si stanno godendo una meritata pensione dopo decenni di lotta contro i fantasmi. Tuttavia, la tranquillità è destinata a durare poco.

Nel frattempo, a Summerville, Oklahoma, la giovane Phoebe (Mckenna Grace), suo fratello Trevor (Finn Wolfhard) e la loro madre Callie (Carrie Coon) si sono ormai integrati nella comunità, mantenendo segreto il loro legame con Egon Spengler. Tuttavia, strani fenomeni iniziano a verificarsi in tutto il paese, facendo presagire una minaccia soprannaturale di proporzioni epiche.

Paul Rudd, che interpreta il professore di scienze Gary Grooberson, scopre un antico manufatto nel sottosuolo di Summerville, che sembra essere la chiave per aprire i cancelli di una dimensione piena di entità potenti e malvagie. Quando involontariamente attiva il manufatto, inizia una serie di eventi che risvegliano spiriti dimenticati in tutto il mondo.

Con il caos che si diffonde, i Ghostbusters originali vengono chiamati fuori dal loro ritiro per guidare una nuova squadra nella lotta contro la minaccia imminente. Venkman, Stantz e Zeddemore si recano a Summerville, dove si alleano con i nuovi Ghostbusters per formare una squadra senza precedenti.

Insieme scoprono che l’unico modo per chiudere i cancelli e fermare l’invasione di fantasmi è trovare e riunire tre componenti di un antico dispositivo disperso in varie parti del mondo. Ogni componente è custodito da spiriti che una volta erano guardiani di tale dispositivo.

La squadra si divide per recuperare i pezzi: i veterani si dirigono verso una piramide sommersa in Egitto, mentre i giovani esplorano un castello infestato in Scozia. Ogni gruppo deve superare ostacoli e spiriti che testano la loro abilità e il loro coraggio. Nel climax del film, dopo aver recuperato tutti i componenti, le due generazioni di Ghostbusters si riuniscono a Summerville. In una battaglia epica, utilizzando tecnologia e trucchi vecchia scuola combinati con nuove strategie, riescono a chiudere i cancelli, sigillando gli spiriti malvagi.

Il film si conclude con i membri originali dei Ghostbusters che passano ufficialmente il testimone alla nuova generazione, riconoscendo che il mondo sarà sempre in bisogno di persone pronte a combattere il soprannaturale. La scena finale mostra tutti i Ghostbusters, giovani e vecchi, che celebrano la loro vittoria in un tipico stile Ghostbusters: con una grande festa e molte battute.”

Conclusioni

Perché dopo mezz’ora che il film è iniziato, tu ancora non capisci perché lo abbiano fatto, quale sia il suo punto. I personaggi sono macchiette, stereotipati e piatti. Dei due figli adolescenti, uno, il maggiore, è abbastanza piatto e privo di personalità, è il personaggio maschile banalotto e puramente di contorno utile a far spiccare il carattere forte e ribelle della sorella. Un’inversione speculare di quello che si faceva negli anni ’80, quando il personaggio di contorno solitamente era quello femminile.

La Phoebe di Mckenna Grace invece sarebbe anche interessante, se il suo personaggio non fosse forzatamente stupido e non facesse cose stupide al solo scopo di mandare avanti la trama.

Con il classico genitore completamente spaesato, privo di carattere, che si fa portare a spasso dai figli come fosse nato ieri e non avesse nessuna esperienza alle spalle.

Il cast è solido, ma i dialoghi e la scrittura in generale non lo valorizza, perché l’umorismo è scontato, le battute banali, le situazioni comiche forzate, quasi fosse una parodia venuta male. Non stiamo parlando del livello di bassezza dell’ultimo Venom, il cui umorismo più che banale risultava atroce, ma siamo più sul livello di Godzilla e Kong, con la differenza che quel film si basava al 90% sulle battaglie tra mostri in CG, mentre qui no. Qui i dialoghi sarebbero anche importanti. Ma sono leggeri, superficiali, stereotipati, abbastanza insulsi. I personaggi non ti entrano nel cuore, non ti ci affezioni, sono privi di spessore e rotondità. E la CG con cui sono realizzati i fantasmi è… bruttina. Il cattivone finale, in particolare, è davvero… meh. Brutto da vedere, privo di qualsiasi caratterizzazione, dovrebbe spaventarti ma non ci riesce, perché sembra plasticoso e non ha un background interessante.

Capisci semplicemente che è abbastanza potente, abbastanza cattivo e abbastanza intenzionato a distruggere il mondo.

Ma non vedi come dei flussi incrociati non possano rispedirlo nel posto da cui è arrivato.

Ghostbusters: Minaccia Glaciale, è tutto qui. È un film scritto tanto per essere scritto, privo di qualsiasi spunto brillante, e le cui uniche emozioni sono offerte dal ritorno dei protagonisti storici, la cui caratterizzazione gode del lavoro di altre penne, in altre epoche. Perché se tra gli anni ‘80 e ‘90 sei stato un bambino o un giovane che si è innamorato degli acchiappafantasmi, qui e lì, comunque, una lacrimuccia ti scenderà. Se invece hai più di 12/13 anni e non sei particolarmente affezionato alla saga, le due ore di film ti risulteranno facilmente in una buona occasione per fare un pisolino o due.

Per tutti questi motivi, il nostro voto al film è un 5. Avremo probabilmente peccato di ottimismo nell’aspettarci un film almeno da 7, ma francamente gli elementi per realizzarlo, c’erano tutti. Un buon cast, un buon background narrativo e la giusta libertà creativa dovuta al non trovarsi di fronte ad un’opera da riadattare o reinterpretare, ma semplicemente da scrivere da zero, mantenendo quei due o tre cardini utili a mantenere la storia ancorata ai suoi punti di riferimento classici.

Invece si è scelto di scrivere mischiando trend attuali con elementi nostalgici strappati a forza dal passato, dando vita ad un’opera priva di anima e incapace di offrire un intrattenimento degno. Minaccia Glaciale non ha particolari messaggi etici o collegamenti col mondo attuale, non ha scene spettacolari di combattimento con i fantasmi, non ha un umorismo brillante che ti faccia ridere di gusto e non fa minimamente centro nel descrivere il rapporto genitori-figli del 2024.

Si salva, e prende 5 invece che 3 o 4, perché nella sua mediocrità, non ha mai sprofondi eccessivi, stile Madame Web. Galleggia in una mediocrità che per gran parte del tempo, in sala, te lo lascia guardare. Con la palpebra calante, e la distrazione facile. Ma si lascia guardare.

Per poi farsi dimenticare in due ore, appena usciti dal cinema.

Storie di persone, di relazioni umane, per scoprire come la violenza si nasconda nella normale quotidianità di tutti noi.

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