Fast X: recensione film di Louis Leterrier

Fast X è un film del 2023 diretto da Louis Leterrier, già regista degli indimenticabili – se così possiamo dire – “L’Incredibile Hulk”, “Scontro tra titani”, “Transporter” e “Now You See Me”. Il suo cast comprende, sostanzialmente, chiunque: l’immancabile Vin Diesel, Jason Momoa, Michelle Rodriguez, Brie Larson, Charlize Theron, Jason Statham, John Cena, Scott Eastwood, Helen Mirren, Natalie Emmanuel, Ludacris, Sung Kang e…

Un po’ di ripasso sui capitoli precedenti…

La saga di Fast and Furious compie 22 anni. È davvero possibile che una saga nata da un film che incrociava corse clandestine e poliziesco, abbia ancora qualcosa da dire dopo tutto questo tempo, 10 film principali, 1 spin-off, 2 cortometraggi e 1 serie animata?

O meglio? Questa saga, ce l’ha mai avuta qualcosa da dire? È davvero una saga? C’è una continuity degna di essere considerata? Siamo di fronte ad un universo espanso degno dei fasti dell’MCU?

Come detto, la saga di Fast and Furious nasce relativamente per caso. Il primo film ebbe un ottimo successo, così ne fecero un secondo, a cui Diesel decise di non prendere parte, non credendo particolarmente nella sceneggiatura. Quasi lo stesso valse per il terzo capitolo, Tokyo Drift, in cui ebbe solo un cameo.

Le cose cambiano con il quarto, quando Diesel torna e, sostanzialmente, diventa lo showrunner, impadronendosi del brand e facendone un’estensione di sé. È da questo momento che comincia l’escalation che trasforma la saga quasi fino a farne uno spin-off di Dragon Ball, con i protagonisti che iniziano a volare, morire, rinascere, esplodere, implodere, salvare il mondo, sconfiggere gli alieni, bonificare paludi, far arrivare treni in orario, e soprattutto, costruire famiglie. Anzi, famiglia, al singolare.

Parliamo del decimo capitolo della saga: Fast X 2023

E siamo dunque giunti al decimo capitolo della saga, quello che Vin Diesel ritiene essere l’inizio della sua Infinity War, primo film di una trilogia che dovrebbe concludere la storia.

Le trame di Fast and Furious sono il punto debole e al contempo di forza della saga.

Punto debole perché parliamo di storielle sostanzialmente piuttosto superficiali che tentano, da un certo momento in poi, di prendersi sul serio, offrendo personaggi che usano automobili per scendere da un aereo in volo, senza paracadute, e che affrontano il super cattivo di turno sfidandolo ad una corsa, pretendendo anche che nelle loro storie si rintraccino valori di amicizia, famiglia, rispetto, onore, sacrificio, e via dicendo, cercando di passarci per eroi, personaggi che fondamentalmente ricalcano le figure di banditi e mafiosi, teneri e amorevoli con i membri del loro gruppo, ma spietati con chiunque ne sia al di fuori, se minacciati.

Toretto & friends nelle loro folli corse in mezzo al traffico, massacreranno, più o meno involontariamente, tra civili, poliziotti e soldati, centinaia di persone. “Tutto ok”, diremmo, è un film action, le macchine che fanno esplodere lungo il percorso si guidano da sole, non ci sono vittime collaterali in film che puntano tutto sullo spettacolo e sulle esplosioni. Ma ti devi fermare lì. Devi rimanere un film action leggero, da vedere per passare una serata scema tra amici. E invece no. Vin Diesel ci mette i sentimenti, i drammi, lutti che non sono lutti (della sua cricca, chi muore spesso risorge), gli intrighi internazionali. Questo fa necessariamente scadere nel ridicolo tutta la saga, incastrata tra la comprensibile voglia di intrattenimento e spettacolarità, e una del tutto evitabile pretesa di serietà e profondità

Nelle trame dei film, nei rapporti tra i personaggi, suona tutto terribilmente sbagliato e innecessario. Anche in Fast X in tanti momenti di “trama”, viene da sbadigliare, considerando che ci troviamo davanti ad un film da 141 minuti di durata.

E pensare che questo film prova comunque a prendersi meno sul serio rispetto al 9, cercando di condire gli intermezzi tra una corsa e l’altra, con scene comiche che però non riescono a far ridere. I personaggi, un po’ a turno, diventano scemi, fanno cose stupide, e tu dovresti ridere, ma a malapena sorridi per la sensazione di cringe.

La trama però, volenti o nolenti, è anche il punto di forza della saga. Come detto, è inconsistente, incoerente, a tratti insensata, spesso intrisa di valori piuttosto discutibili, ma ha anche dei difetti.

I capitoli della saga sono tutti, bene o male, dei successi al botteghino, perché quel poco di trama che garantisce la continuity di quel mondo narrativo, ti dà una scusa per andare a vedere 10 volte, in 22 anni, sostanzialmente lo stesso film. Si tratta di una versione semplificata di ciò che fa la Marvel, che dalla sua però ha una tradizione fumettistica lunga decenni, con personaggi da cui è possibile estrarre storie al contempo entusiasmanti e visivamente spettacolari. La Fast Saga muove da fondamenta inesistenti, e riesce comunque a dare vita ad un mondo che appassiona e fidelizza quello che è il suo pubblico di riferimento. Vin Diesel non sarebbe Vin Diesel senza il suo Dom Toretto, un personaggio che, anche quando in Fast X si cerca di tornare ad atmosfere più leggere e superficiali, continua a prendersi dannatamente sul serio, dipingendosi come l’eroe di cui non sapevamo di avere bisogno, pronto a sporcarsi le mani e persino a morire, per non tradire i propri valori, per non perdere la propria famiglia.

Che poi la sua “famiglia” si sia formata a caso, all’interno di vicende senza senso, e viva una vita degna di una fanfiction scritta da un liceale su un subreddit, ok, questo è un altro discorso.

Qualche commento sulle scene action

Ma parliamo ora di ciò in cui il film, storicamente, eccelle (con alti e bassi): le scene action.

Siamo andati al cinema, saremo onesti, convinti che avremmo stroncato il film dall’inizio alla fine.

Non essendo appassionati della saga, e non impazzendo in generale per l’azione e le esplosioni fini a se stesse – a meno che non siano utilizzate per fare un piccolo capolavoro come “Bullet Train”, che vi stra-consigliamo – ci siamo seduti sulla poltroncina con tutti i pregiudizi che il trailer ci aveva suscitato.

E in buona parte sono stati confermati. Ma occorre ammettere che le scene a bordo delle auto, aumentate in numero e frequenza rispetto agli ultimi capitoli della saga, risultano divertenti.

L’azione è molto, molto, molto al di là di quello che potrebbe risultare vagamente credibile. La fisica letteralmente non esiste, né nelle corse, né nelle risse. Le ossa dei protagonisti sono d’acciaio, come i loro muscoli. A differenza dei soldati nemici, i quali, seppur corazzati e armati fino ai denti, vengono puntualmente massacrati a calci e pugni da chiunque, uomo, donna o bambino. La sospensione di incredulità si accende al minuto 1 del film, e lavora per tutta la durata della visione. Non ti fai nessun genere di domanda, il film, come da tradizione, esagera ogni situazione action, rendendole enormi coreografie di stunt ed effetti speciali. Questi ultimi sono così esagerati che non ti curi della loro qualità, della loro fattura, della loro opportunità. Va bene tutto, anzi, ne vuoi di più, perché sono il vero motivo per cui sei andato al cinema e hai pagato il biglietto.

Quanto ai personaggi…

I personaggi sono i soliti, con un’aggiunta, cioè il Joker di Jason Momoa. Il suo Dante è una palesissima riproposizione del Joker di Heath Ledger, c’è anche una scena in cui lui e Toretto mimano la scena dell’interrogatorio in The Dark Knight. E funziona. Momoa è la vera boccata di aria fresca di questo film, unico spunto di trama in grado di donare interesse a tutto ciò che non siano le corse. Nello scriverlo, gli autori non hanno certo corso grossi rischi, donandogli per l’appunto una personalità già vista, già conosciuta, ma l’interpretazione di Momoa non è comunque banale, tanto che ti farebbe venir voglia di vederlo in ruoli più seri, più drammatici.

Per il resto, il cast di personaggi è composto per lo più di spalle utili a far risaltare Toretto. In linea con i canoni più recenti, i personaggi femminili vengono coinvolti regolarmente in risse e scontri fisici, anche contro uomini, così da farne personaggi forti e autosufficienti, cui non serva il principe salvatore, anzi, pronte a fargli il culo, se necessario. La scelta non stona, non appare forzata come in “Peter Pan e Wendy” per fare un esempio, rientra perfettamente nel quadro.

Considerazioni finale e voto

La colonna sonora poi, fa il suo lavoro. Non ci sono pezzi originali che rimangano in testa, che risultino identitari, si punta più ad una playlist, che nelle scene girate a Roma – forse le più spettacolari del film – comprende pezzi italiani come “Bando” di Anna e “In nome del padre” dei Maneskin, oltre a “O’Sole Mio” che… vabbè…

Vabbè…

Cos’altro si può dire? Difficile aggiungere qualcosa senza fare spoiler. L’universo di Fast & Furious è una bolla a parte, un mondo con le sue regole e i suoi stilemi. Facilissimo dire che siano tutti, o quasi, pessimi, perché fondamentalmente è così. È una saga che ha il difetto principale di voler dare ciò che non è minimamente in grado di offrire: valori, una qualche morale di fondo. In questo esce completamente dal proprio spazio, dalla propria competenza, e si rende ridicola a chiunque abbia un minimo di occhio critico.

Tolto questo, l’intrattenimento c’è. Sempre uguale a sé stesso, al netto di qualche novità qui e lì, ma proprio per questo capace di tenersi stretto il proprio pubblico, il proprio target, portando comunque gente al cinema, impresa non così semplice in tempi di streaming. E il suo merito principale è questo: funzionare.

Fast X funziona. E per questo, il nostro voto è 2,5 su 5. Siamo entrati in sala convintissimi che saremmo usciti con un 1 su 5, quindi possiamo dire di essere stati piacevolmente sorpresi. Ma non andiamo oltre.

Storie di persone, di relazioni umane, per scoprire come la violenza si nasconda nella normale quotidianità di tutti noi.

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